Allattare al seno

allattare al seno

Cosa offre il SSN alle mamme che vogliono allattare al seno:

  1. Degenza al nido primi 3-5 giorni
  2. Visita neonatologica alla prima settimana
  3. Visita dal pediatra di famiglia (Primo bilancio di salute) ai 15 giorni e successive
  4. Centri/gruppi di sostegno all’allattamento

Nonostante questo molte madri hanno difficoltà emotive durante le prime settimane o i primi mesi dell’allattamento. Sensazioni di isolamento, frustrazione ed esaurimento sono molto comuni e possono portare la madre a decidere di smettere di allattare. Anche i consigli di amici e parenti possono far sì che lei decida di svezzare suo figlio.

Le domande più frequenti delle mamme corrispondono alle ansie più frequenti:

  • Come soddisfare i bisogni del bambino?
  • Le poppate: che frequenza devono avere e quanto devono durare?
  • Il latte basta?

SOSTENERE L’ALLATTAMENTO AL SENO ESCLUSIVO SENZA AGGIUNTA:
Come soddisfare i bisogni del bambino

Il bambino allattato al seno in genere non ha bisogno di alimenti o liquidi diversi dal latte materno prima all’incirca dei sei mesi d’età. Il latte materno contiene tutto quello che serve, nelle proporzioni giuste: la sua composizione cambia in modo parallelo ai bisogni del bambino.

L’aggiunta di latte artificiale riduce la frequenza delle poppate del bambino e l’uso del biberon può portarlo a succhiare in modo scorretto. Di conseguenza non verrà stimolata una produzione di latte materno sufficiente.

Non dare l’aggiunta se non per provati motivi medici.

L’ipoglicemia va prima di tutto corretta con poppate più frequenti o la somministrazione di L.M.S. (latte materno spremuto).

meccanismo aggiunta - diminuzione latte materno

SOSTENERE L’ALLATTAMENTO MATERNO SENZA RESTRIZIONE DI TEMPO E SENZA REGOLE

Le poppate: che frequenza e quanto devono durare?

L’allattamento senza limiti di tempo, con poppate frequenti sia di giorno che di notte, favorisce una adeguata produzione di latte materno e previene l’insorgenza di molti problemi.

La maggioranza dei bambini allattati al seno hanno bisogno di poppare più frequentemente di quelli alimentati col biberon e cercano il seno anche durante la notte mentre alcuni (non tutti) dei bambini nutriti artificialmente dormono tutta la notte anche in tenera età.

Dato che il latte materno è digerito più facilmente e rapidamente rispetto al latte artificiale, il bambino allattato al seno spesso ha fame prima.

I bambini allattati al seno variano molto fra di loro: possono voler poppare 8 – 12 o più volte oppure solamente 6 – 8 volte nelle 24 ore.

Alcuni poppano velocemente, altri ci mettono di più. Alcuni poppano a scatti, riposandosi fra le suzioni ma tenendo sempre in bocca il capezzolo, altri in maniera costante, senza pause. Alcuni si accontentano di una sola mammella, altri le vogliono entrambe.

Inoltre il comportamento di ciascun bambino cambia in risposta a cambiamenti nella composizione e nella quantità del latte materno.

Il primo latte, all’inizio della poppata, è povero di grassi e ricco di lattosio e acqua, soddisfa il bisogno idrico del bambino.

Il secondo o latte finale, di fine poppata, è ricco di lipidi, soddisfa il bisogno di energia (calorie).

Talvolta le madri hanno la percezione che il latte scarseggi di sera, perché il bambino vuole succhiare di più. Il latte materno prodotto durante questa fase della giornata è comunque più concentrato in elementi nutritivi.

Per saziarsi il bambino può cambiare le sue abitudini alimentari di tanto in tanto, preferendo per esempio poppare più o meno spesso e per un periodo di tempo più o meno lungo.

Occorre considerare ogni bambino come un individuo e lasciare che sia la madre a prendere le decisioni relative al bambino fin dalla nascita.

É importante aiutare la madre a capire che:

1. Non è possibile che un bambino prenda troppo latte materno anche se può verificarsi che rigurgiti per far posto al latte finale più calorico

2. Se il bambino è posizionato in modo giusto al seno, bisogna lasciarlo poppare finché vuole: non comporterà danno ai capezzoli

3. Attaccare il bambino al seno al primo accenno di fame o irrequietezza.

4. Tenere con sé il bambino a letto (“bedding-in”, scarica il volantino) o in una culla accanto al letto in modo che sia facile portarlo a letto per farlo poppare .

5. Rendere facili le poppate notturne utilizzando poca luce, facendo poco rumore e cambiando il pannolino solo se proprio necessario.

6. Far poppare il bambino senza badare a quanto tempo trascorre al seno. Il bambino che viene spostato diverse volte da una mammella all’altra nel corso della poppata potrebbe prendere principalmente il primo latte da ciascuna mammella.

(Questa è un’ottima tecnica quando scarseggia il latte materno, da sospendere comunque appena il latte è diventato abbondante.) È buona regola lasciare che sia il bambino a decidere quando staccarsi dalla prima mammella.

7. Permettere al bambino di fare pausa con il capezzolo in bocca. Prima o poi – appena sazio – lo lascerà andare.

8. NON togliere il bambino dal seno se non strettamente necessario.

9. Per evitare danni al capezzolo, interrompere la presa inserendo un dito fra la lingua del bambino ed il capezzolo e poi togliere lui dal seno.

10. Dopo un’interruzione della poppata offrire di nuovo la stessa mammella per assicurarsi che il bambino abbia preso il latte finale, più cremoso.

11. Offrire l’altra mammella se il bambino rifiuta di attaccarsi alla prima.

12. Alternare la mammella che si offre all’inizio della poppata. Se il bambino preferisce una mammella ciò non costituisce un problema: è possibile nutrire un bambino con una sola mammella. È comunque buona norma cercare di farlo attaccare ad entrambe.

Il latte basta?

La misura delle mammelle non ha un effetto sulla capacità di produrre latte; il volume del seno dipende dalla quantità di tessuto adiposo in esso presente e NON dalla quantità di tessuto ghiandolare.

NON è scomparso il latte quando le mammelle diventano più morbide. Una volta avviato l’allattamento si riduce l’eccesso di vascolarizzazione presente in principio nel tessuto mammario. Le mammelle sembrano vuote effettivamente, ma continuano a produrre latte in abbondanza.

Il latte non si “perde” mai improvvisamente. Se non affluisce nemmeno quando il bambino poppa correttamente ciò significa che è inibito o ostacolato il riflesso d’emissione.

NON si deve fare la doppia pesata al bambino (pesarlo prima e dopo la poppata). Non è importante sapere il volume preciso di latte preso, mentre pesare il bambino ogni volta può innervosire la madre.

Bisogna valutare tutta la situazione relativa all’allattamento per verificare se il bambino assume abbastanza latte.

Ricordarsi che l’aumento di peso è soltanto uno dei fattori nella valutazione della salute del bambino. I bambini crescono a ritmi diversi, alcuni in maniera costante, altri, altrettanto sani, aumentano di poco o per nulla durante una certa settimana, poi poppano di più per“rifarsi” nel corso della settimana successiva (o due).

Il bimbo prende latte a sufficienza se:

-ha un aspetto sano;

è sveglio (attivo ed attento) per più di 4 ore nelle ventiquattro;

riceve soltanto latte materno;

poppa senza limiti di tempo almeno 6 volte al giorno;

poppa al seno in maniera corretta;

il latte affluisce, cioè si verifica il riflesso d’emissione;

le feci del bambino sono morbide e gialle o color senape, il ritmo delle evacuazioni è molto variabile (Alcuni bambini vanno di corpo dopo alcuni giorni altri più volte in un giorno specie nel periodo neonatale);

vi è un aumento ponderale di circa 115 gr./settimana;

ha almeno 6 minzioni di urina chiara e inodore/ 24 ore.

CONSIGLI GENERALI

  1. Adeguarsi al ritmo del bambino (riposare quando il bimbo riposa).
  2. Riposarsi sempre durante la poppata.
  3. Fare soltanto i lavori di casa più necessari.
  4. Accettare ogni aiuto in casa che le venga offerto.
  5. Fare in modo di non ricevere troppe visite.
  6. Uscire di casa insieme al bambino.
  7. Ritagliarsi un po’ di tempo per sé.
  8. Togliersi del latte e lasciare il bambino con un’altra persona per un breve periodo, se lo desidera.
  9. Avere/chiedere al momento della dimissione dall’ospedale o dalla clinica, il recapito di un gruppo di sostegno alle madri che allattano al seno (scarica l’elenco dei punti di sostegno ASL)(vedi anche: La Leche league Italia)

Non basta il mio latte!

Molte madri attraversano dei momenti critici quando la richiesta di latte materno da parte del bambino supera l’offerta. Tale squilibrio si verifica perché i bambini crescono a “scatti”. In questi casi il dare il biberon NON è la risposta giusta. Se si dà l’aggiunta allora sì che la produzione lattea diventerà problematica: meno stimolo alle mammelle si traduce in meno latte. Per soddisfare un aumento del fabbisogno di latte materno basta che il bambino ne stimoli la produzione poppando più spesso per un paio di giorni. Problemi con la produzione di latte materno possono anche essere causati da limiti di tempo imposti alle poppate o a una tecnica sbagliata di suzione. La secrezione lattea può diminuire in maniera considerevole o persino cessare del tutto se si interrompe l’allattamento, cosa che non significa per forza la fine dell’allattamento al seno

Suggerimenti per la madre

1. Nutrire fiducia nella propria capacità di allattare al seno.

2. Attaccare il bambino al seno il più spesso possibile sia di giorno che di notte.

3. Cercare di farlo nutrire quando è calmo, cioè quando poppa meglio.

4. Offrire entrambe le mammelle a ciascuna poppata, magari alternandole più volte durante la stessa poppata (cambiando appena rallenta la suzione attiva).

5. Far poppare più a lungo il bambino a ciascuna mammella.

6. Allattare finché il seno non diventi morbido.

7. Permettere al bambino di poppare al seno per conforto per tutto il tempo che vuole purché non dolgano i capezzoli.

8. Non usare il succhiotto. (Succhiare al ciuccio può far sì che il bambino voglia meno il seno.)

9. Dare al bambino l’aggiunta di latte artificiale solo se necessario e sempre dopo aver prima attaccato il bambino a entrambe le mammelle.

10. Se il bambino si rifiuta di succhiare, si può incoraggiarlo a cominciare facendo cadere alcune gocce di latte (meglio, oppure dell’acqua) nell’angolino della bocca, usando per esempio un contagocce. Può essere utile adoperare un DAS (dispositivo di alimentazione supplementare): permette al bambino di ricevere del latte tramite un tubicino collegato alla bottiglietta del DAS mentre è attaccato al seno. Se il tubicino è troppo grande si passa a quelli di calibro inferiore. (Alzando o abbassando il contenitore si riesce anche ad aumentare o diminuire la quantità di latte che passa dal tubicino.)

11. Adoperare un paracapezzolo soltanto se il bambino si rifiuta di attaccarsi al seno, e sceglierne adeguatamente la misura.

12. Lavare e sterilizzare eventuali accessori dopo ogni uso.

13. Riposarsi e rilassarsi, cercare se possibile un aiuto in casa per la durata di questo periodo critico.

14. Bere appena se ne sente il bisogno.

15. Provare a prendere qualche cosa che si ritiene efficace per aumentare il latte materno (un galattogogo).

16. Non perdere la pazienza.